CHI SONO

Le donne come universi simbolici che racchiudono l’intensità e la forza della vita.

Andrea Nanì nasce a Modica, in Sicilia, e fin da piccolissimo ama profondamente disegnare, tanto che vi si dedica ogni momento libero. Durante i suoi studi alla scoperta della storia dell’arte rimane colpito dal surrealismo e comincia a sperimentare con grafite e pastello una diversa rappresentazione della realtà, che possa rendere in modo analitico i soggetti come nell’iperrealismo ma allo stesso tempo riesca a rendere visibili emozioni ed esperienze attraverso segni e simboli.
Comincia ad esporre nel 2015 in occasione della mostra Ritratti presso il Complesso dei Dioscuri del Quirinale a Roma, quindi seguono numerose esposizioni, tra le quali spiccano la prima personale a Modica nel 2017 e nel 2019 Omaggio a Frida sia presso Eskimo a Firenze che presso l’Istituto Italiano di Cultura a Città del Messico; nel 2020 espone a Venezia-Mestre nel Centro Culturale Candiani quale finalista del Premio Mestre Pittura e nello stesso anni vince il concorso “#xppenvlogchallenge” in Giappone. Nel 2021 ottiene il quinto posto del Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti.
La tematica fondamentale di Andrea Nanì è dedicata alla donne, alla loro straordinaria ricchezza espressiva, alla loro forza e fragilità insieme, al loro coraggio nell’affrontare le difficoltà e, a volte, il dolore del sopruso e della violenza. Le composizioni dell’artista non sono ritratti ma immagini quasi allegoriche, con una poetica che si avvicina al surrealismo e al realismo magico, in quanto elementi non reali si innestano perfettamente nelle figure rappresentate. La raffinata tecnica dell’artista le disegna in primo piano, con un taglio fotografico che si concentra sul volto e sul busto delle donne, perché rappresentativi dell’anima attraverso i tratti del viso e i segni delle esperienze sul corpo, nei quali “fioriscono” simboli e si aprono spazi nuovi. Così la pelle si trasforma con i solchi in terra arsa oppure in porcellana che si crepa, il corpo si spezza in frammenti a partire dal cuore o diviene trasparente mostrando i confini dell’anima come fosse cielo. Alcune opere si arricchiscono di molteplici simboli, ali troppo piccole per poter volare, parti del corpo che si trasformano in fiori delicati e intensi che in attimo possono essere distrutti, cicatrici che ciascuno cerca di ricucire ma che lasciano un segno indelebile, oppure che vengono guarite unendo simbolicamente i frammenti di sè con la lacca di polvere d’oro.
Andrea Nanì racconta le donne, che a volte richiamano le dee della classicità e quelle primordiali dedicate alla natura, con l’empatia e il rispetto della loro bellezza spirituale e il loro universo interiore, con un linguaggio originale dove coesistono e si contaminano esteriorità e interiorità e nel quale ogni spettatore può specchiarsi nel ritrovare ferite, speranze ed emozioni.